05/04/2020: Credere fermamente che l’amore è luce.

05/04/2020: Credere fermamente che l’amore è luce.
Buona domenica
[…] Più volte, magari in mezzo ad una notte insonne, ho ringraziato Dio dell’oscurità della fede che non mi permetteva di appoggiarmi all’evidenza, ma era un richiamo ad un amore più vero. Di fatto, quando “vedo”, mi accorgo che sono io che vado avanti con le mie qualità e facilmente ricerco me stesso. Mentre quando sono nell’oscurità e «continuo a sorridere parlando agli altri della luce», almeno sono più sicuro di aver cercato di agire per amore. Tante volte ho pregato: «Senz’altro non ti ho amato come dovevo, Signore. Lo so che non ho saputo farlo con quella concretezza e radicalità necessarie per alleviare maggiormente le sofferenze del mondo. Ma alla fine della vita, almeno un po’ d’amore me lo troverò in tasca grazie a questa “divina commedia” con la quale, in mezzo all’oscurità, ho continuato a dare la vita per te e per gli altri...». E mi dicevo che se questo amore è anche fede, allora anch’io potevo dire di avere la fede, pur «non sentendo». Non sarà infatti che abbiamo troppo identificato la fede con il «vedere», con il credere a delle verità, mentre dovremmo avvicinarla di più all’«ascoltare» per vivere, al «fare la verità» (Gv 3, 21), a quella «fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5, 6; cf Ef 4, 15)? L’altro aspetto a cui mi riferivo è che la pazienza storica bisogna averla non soltanto nei riguardi delle vicende dell’umanità, ma anche di quelle personali. Di fronte ai numerosi interrogativi inevitabili, alla non comprensione di tanti problemi, alla gradualità con cui la condizione umana scopre le verità, ho cercato di soffrire-amare serenamente, cercando di non impazientirmi né diffondere “veleno” in coloro che mi ascoltavano. Quante volte ho dovuto applicare quel programma: «Il dolore e l’amore sono segreti, è la luce che va donata». Poi, a volte dopo decenni, un giorno arrivava la risposta. E una goccia di sapienza mi ripagava, abbondantemente, per anni di oscurità.[...]
(Fonte: indaco-torino.net - L’«ateo» che è in ognuno di noi - di Kike Apioli)

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